La Biodiversità in campo agricolo e la valorizzazione delle varietà autoctone di C. Montemurro

La Biodiversità in campo agricolo e la valorizzazione delle varietà autoctone di C. Montemurro

La biodiversità è ormai riconosciuta come una delle più importanti risorse del pianeta. Parte essenziale della biodiversità è rappresentata dalla agro-biodiversità. La sicurezza alimentare e l’autosufficienza dipendono dalla disponibilità di diversità genetica delle colture. Tuttavia negli ultimi decenni la richiesta di una crescente produzione di cibo e l’indubbio successo produttivo di alcune colture, hanno comportato la sostituzione delle varietà locali con un ristretto numero di ibridi e cultivar ad alta resa, con conseguente erosione dell’agro biodiversità, il cui declino ha reso il sistema di produzione alimentare estremamente vulnerabile. La tutela, la gestione e la valorizzazione della diversità genetica delle specie coltivate sono divenute, pertanto, questioni di primaria importanza.

La biodiversità, può essere suddivisa in tre livelli: a livello genico e genotipico, nelle specie ed infine a livello di ecosistema (intesa come l’insieme delle comunità di specie e dell’ambiente ecologico che esse occupano). L’uomo ha imparato a capire, negli ultimi anni, quanto sia importante la biodiversità per permettere uno sviluppo sostenibile delle sue attività. Nel passato più recente si è imparato a valutare, anche in termini economici, la disponibilità delle risorse naturali e a riconsiderarne l’uso.

La diversità biologica in agricoltura rappresenta un sottoinsieme delle risorse biologiche e si esprime in termini di varietà e razze locali di interesse agricolo, zootecnico e forestale. Anche l’agricoltura, dunque, può e deve essere soddisfare le necessità umane in modo sostenibile, mantenendo integre le risorse naturali ed evitando la degradazione dell’ambiente, per non compromettere lo sviluppo delle generazioni future. Secondo la definizione proposta dalla FAO, le conoscenze tradizionali possono essere considerate parte integrante dell’agro biodiversità, perché è l’attività umana che forma e conserva questa biodiversità (FAO, 1999). Sempre secondo la FAO: “La diversità genetica delle piante che coltiviamo e che ci alimentano, ed i loro “parenti selvatici”, potrebbero andare perduti per sempre, con grave minaccia per la sicurezza alimentare, se non si farà uno sforzo non solo per conservarli ma anche per utilizzarli” (FAO – II Rapporto Biodiversità Agricola).

Di.S.S.P.A. (dip. di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti), Università di Bari

via Amendola 165 A 70125 Bari

cinzia.montemurro@uniba.it

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